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sintesi dei principali risultati

La produzione è diminuita rispetto aI 2002 nel 70% delle imprese e solo nel 10% è più elevata che lo scorso anno, un andamento simile si è avuto anche per gli ordini con il 64% di imprese che denunciano cali e solo l’8% che hanno goduto di incrementi. La situazione degli ordini fa ipotizzare un andamento sfavorevole della produzione anche per la seconda parte dell’anno. La congiuntura negativa ha provocato una riduzione dell’occupazione in tutti i settori con cali tra il 4% e il 5%. La regione più colpita è la Toscana con un calo dell’11%.

L’analisi del portafoglio clienti rivela il permanere di una diffusa forte dipendenza da pochi committenti. Quasi 1/3 delle imprese (nella filiera pelle si arriva a quasi ½ delle imprese e addirittura oltre la metà in Umbria) dipende per oltre il 50% del fatturato da un solo committente. Per quasi il 65% delle imprese i principali committenti sono di piccola e media dimensione. All’opposto vi sono l’Emilia Romagna e l’Umbria, con oltre il 60% di imprese con committenti prevalentemente di grande dimensione.

La gran parte delle imprese (il 76,8%) si rivolge ad un mercato circoscritto alla regione di appartenenza e solo il 6.5% degli operatori opera con committenti esteri. E’ in ogni caso rilevante il fatto che anche le micro-imprese (meno di 10 dipendenti) presentino, in media una quota del 5% di fatturato derivante da rapporti con committenti esteri non dissimile da quella delle imprese tra 20 e 49 dipendenti. La regione che presenta il maggior orientamento ai mercati esteri è il Veneto con l’11% del fatturato, seguita dall’Emilia Romagna (7%), più legate alla committenza locale sono le imprese toscane che realizzano l’85% del fatturato all’interno del propria regione.

L’analisi dei profili tipici delle imprese di subfornitura mostra che il modello distrettuale che ha caratterizzato il sistema delle piccole imprese del sistema moda si è evoluto in molte sue componenti, almeno nei rapporti di subfornitura. Nei rapporti di subfornitura locali prevalgono rapporti più gerarchici, le relazioni si stabiliscono prevalentemente tra un impresa di grandi dimensioni (l’“impresa leader”) e il suo sistema di subfornitori, che hanno funzioni esecutive, anche se non necessariamente in un rapporto di mono-committenza. Nei rapporti di subfornitura più improntati alla collaborazione che si stabiliscono tra imprese subfornitrici ed committenti di piccola e media dimensione il confine territoriale diventa evanescente fino a sparire.

L’analisi della diffusione e delle modalità di utilizzo di internet ha messo in luce un grado di utilizzo presso le imprese di subfornitura ancora basso (2/3 delle imprese ne fanno uso) con un uso prevalentemente delle funzionalità di posta elettronica. Le situazioni sono però molto differenziate, il grado di diffusione tra le imprese tessili, e, sorprendentemente, tra quelle che seguono il modello più tradizionale di subfornitura manifatturiera è ade esempio allineato da quello rilevato da altre ricerche sulle piccole e medie imprese italiane. Emilia Romagna e Veneto sono le regioni in cui internet è più utilizzato, mentre è molto basso il livello dell’Umbria.

La finalità più diffusa dell’uso di internet è quella della ricerca di informazioni, le imprese non rilevano invece significativi miglioramenti indotti dall’uso di internet nei rapporti con i committenti, anche se proprio questo è uno dei terreni in cui, in futuro le imprese pensano di espandere l’utilizzo di internet.

Al momento le imprese guardano ad internet con un certo distacco, non prevedendo importanti effetti a breve termine sull’intensità delle concorrenza e sullo sviluppo di nuove opportunità di business.


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