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il rapporto con i committenti

Il 47,4% delle imprese ha rapporti di subfornitura con 8 e più committenti, mentre il 7,7% dipendono da un solo committente.

Graf. 15 Distribuzione delle imprese per numero di committenti

Il settore in cui le imprese hanno il portafoglio committenti più ampio è il tessile, il 70,9% delle imprese ha almeno 8 committenti e solo il 2,2% si limita ad un unico committente.

Le imprese della filiera della pelle sono invece più dipendenti da pochi committenti: il 18% delle imprese ne ha uno solo e meno di 1/3 (32,9%) ne ha più di 8.

Nel vestiario la dipendenza è accentuata, anche se meno che nella pelle, meno di 1/3 delle imprese ha più di 8 committenti (30,9%) e quasi la metà ne ha tra 2 e 7.

In Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna le imprese hanno un portafoglio committenti più ampio (rispettivamente 65,7%, 55,2% e 50,2%). In Emilia Romagna tuttavia, il numero di imprese con un solo committente sfiora il 10%.

Il numero prevalente di committenti è invece tra 4 e 7 in Toscana (34,6% delle imprese), Umbria (48,5%) e Veneto (32,1%). Umbria e Veneto si segnalano anche per oltre 1/3 delle imprese con meno di 4 committenti. In Umbria solo il 14% ha 8 o più committenti.

Graf. 16 Numero di committenti per regione

Graf. 17 Numero di committenti per settore

Il numero di committenti cresce al crescere della dimensione aziendale:

• il 13,5% delle imprese fino a 9 addetti ha un solo committente e solo il 32,1% 8 o più;
• nelle imprese con più di 50 addetti il committente unico è irrilevante (0,5% delle imprese), mentre l’87% ha 8 e più committenti.

Il grado di dipendenza non dipende solo dal numero dei committenti, ma anche dalla quota di fatturato è realizzata con i principali. Per misurarlo si sono utilizzati due indicatori:

• la quota del primo committente sul fatturato complessivo dell’impresa
• la quota dei primi 3 committenti sul fatturato complessivo dell’impresa

Nel complesso, permane una forte dipendenza delle imprese di subfornitura. Quasi 1/3 delle imprese di subfornitura (il 31,1%) dipende per oltre il 50% del fatturato da un solo committente.

L’importanza del primo committente sul fatturato delle imprese diminuisce al crescere del numero dei committenti: è (per definizione) superiore al 50% del fatturato nel caso di un solo committente, scende al 70,8% nel caso di 2 committenti, crolla al 24% quando i committenti sono da 4 a 7 e all’8,2% quando i committenti sono almeno 8. In altri termini la dipendenza dal primo committente è molto elevata fino alla soglia dei 3 committenti e a partire dai 4-7 committenti si riduce notevolmente.

Tab. 4 Le imprese per quota del 1° committente sul fatturato e numero di committenti
Quota Numero di committenti
1 2-3 4-7 8 e oltre Totale
1-25% 0.0% 0.0% 18.7% 55.1% 31.0%
26-50% 0.0% 29.2% 57.3% 36.7% 37.9%
oltre 50% 100.0% 70.8% 24.0% 8.2% 31.1%
Totale 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0%

Differenze consistenti si riscontrano anche tra settori. Quello in cui il numero di imprese dipendenti da un unico committente è maggiore è la filiera pelle dove oltre la metà delle imprese dipende per oltre il 50% dal committente più importante e meno di un quinto delle imprese per meno del 25% del fatturato. Situazione opposta per il tessile con meno di 1/5 delle imprese dipendenti per oltre il 50 % e quasi la metà per meno del 25% del fatturato. Nel vestiario quasi un terzo delle imprese è fortemente dipendente, anche se la situazione più diffusa (quasi la metà delle imprese) è quella di una dipendenza dal committente più importante compresa tra il 25% e il 50% del fatturato.

Tab. 5 Le imprese per quota del 1° committente sul fatturato e settore
Quota Settori
PELLE TESSILE VESTIARIO Totale
1-25% 18.3% 49.2% 18.8% 31.0%
26-50% 30.7% 33.1% 47.7% 37.9%
oltre 50% 51.0% 17.7% 33.5% 31.1%
Totale 100.0% 100.0% 100.0% 100.0%

In Umbria oltre metà delle imprese (55,3%) dipende in misura consistente dal committente più importante in l’Emilia-Romagna, al contrario, oltre il 40% delle imprese dipende per meno di ¼ del fatturato dal committente principale.

Tab. 6 La dipendenza delle imprese dai committenti, per regione
Quota Regioni
E-ROMAGNA LOMBARDIA PIEMONTE TOSCANA UMBRIA VENETO
  Peso del primo committente
1-25% 43.0% 39.7% 36.1% 29.0% 11.7% 15.9%
26-50% 29.7% 36.3% 35.7% 36.6% 33.0% 48.4%
oltre 50% 27.3% 24.0% 28.2% 34.4% 55.3% 35.8%
Totale 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0%
  Peso dei primi 3 committenti
1-50% 48.7% 36.6% 45.4% 36.9% 4.8% 14.8%
35-75% 10.5% 41.9% 17.9% 34.7% 35.2% 36.3%
oltre 75% 40.8% 21.4% 36.7% 28.4% 60.0% 48.8%
Totale 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0%

L’ampliamento dell’orizzonte dell’analisi ai primi tre committenti non fa che confermare la forte dipendenza delle imprese di subfornitura da pochi committenti.

In generale, un terzo circa delle aziende di subfornitura realizza oltre il 75% del fatturato con i 3 clienti più importanti.

Si conferma che in Umbria la concentrazione del fatturato su pochi committenti è molto elevata, il 60% delle imprese è sopra la soglia del 75% del fatturato con i primi 3 committenti e solo nel 5% delle imprese i primi 3 pesano per meno del 35% i del fatturato.

Al secondo posto nella graduatoria della dipendenza si trova il Veneto, dove quasi la metà (48,8%) delle imprese dipende per oltre il 75% del fatturato dai 3 committenti più importanti. e solo il 15% per meno della metà del fatturato.

In tutte le altre regioni la quota di imprese che supera la soglia di dipendenza del 75% è molto inferiore: dal 21,4% della Lombardia % al 40,6% dell’Emilia-Romagna.

Un calo del grado di dipendenza da pochi committenti si ha solo oltre i 50 dipendenti, dove meno di 1/6 delle imprese (il 15%) è sotto della soglia di dipendenza del 75%.

Graf. 18 Le imprese di subfornitura per dimensione prevalente dei committenti, regione e settore

Per quasi il 65% delle imprese i principali committenti sono imprese di piccola e media dimensione.
La situazione in Emilia Romagna e in Umbria è però molto diversa dalla media: oltre il 60% delle imprese opera prevalentemente con committenti di grande dimensione.

Le differenze tra le regioni sono, in larga parte, dovute alla diversa specializzazione settoriale. In generale, infatti le imprese di vestiario tendono ad avere come committenti imprese di grande dimensione (il 57% delle imprese del campione ha dichiarato di operare principalmente con grandi imprese), al contrario del tessile dove ad avere grandi committenti è solo il 17%.

Il grafico seguente mostra la stretta correlazione esistente per le regioni tra la specializzazione nel vestiario e la dimensione dei committenti.

Il grafico è suddiviso in 4 quadranti.

Umbria ed Emilia-Romagna si trovano nel quadrante caratterizzato da elevata specializzazione nel vestiario e committenza di grande dimensione; Veneto, Toscana e Piemonte nel quadrante opposto, caratterizzato da bassa presenza di vestiario e committenza prevalentemente di piccola dimensione.

Nel quadrante che combina grande dimensione dei committenti e bassa specializzazione nel vestiario non si trova nessuna regione.

La Lombardia si presenta invece come caso anomalo, è infatti collocato nel quadrante dove si ha prevalenza di committenti di piccola dimensione (è la regione in cui è più elevata la quota delle imprese con committenti prevalentemente tra le piccole e medie imprese) contemporaneamente ad una significativa presenza del settore del vestiario.

Graf. 19 Specializzazione produttiva e dimensione dei committenti


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